Aquilae non gerunt columbas

di Alexandre Rodrigues

Tradotto da: Arianna Cavedine

ISBN: 9788899958336

Aquilae Non Gerunt Columbas riporta la corrispondenza top secret scambiata dai membri della diplomazia di tre Paesi: Terra Brasilis, Vera Cruz e República de São Pedro, nazioni nate da un’ipotetica suddivisione del Brasile a seguito di diversi movimenti separatisti negli anni Sessanta. Le lettere e le e-mail mostrano gli scambi di accuse e ironie tra i capi di Stato di questa realtà alternativa, dove nonostante i vicini del Cono Sud siano stati invasi e conquistati e il territorio brasiliano sia stato diviso, le vecchie faide regionali rimangono inalterate, portando a una guerra imminente e inevitabile.

L’autore:

Alexandre Rodrigues è nato nel 1967 a Rio de Janeiro, ma attualmente abita a Porto Alegre. Giornalista, ha lavorato come inviato speciale in diverse regioni del Brasile. Ha collaborato come inviato sportivo con il giornale Zero Hora e come redattore con il portale Terra. Ha scritto per le riviste Galileu, Superinteressante e Piauí e per le pubblicazioni elettroniche CardosOnline e Fraude. Tra il 2002 e il 2004 ha curato una rubrica settimanale sul sito Popular del portale Terra. Oggi, oltre a dedicarsi alle attività di giornalista e scrittore, è docente di Scrittura Creativa. Nel 2009, la casa editrice Não Editora ha pubblicato il suo primo romanzo, intitolato Veja se você responde essa pergunta.

Ulteriori informazioni su Dramas – N(u)ove voci dal Brasile

 

Un piccolo assaggio...

Aquilae non gerunt columbas

Da: Presidente di Vera Cruz
A: Presidente di Terra Brasilis
 

Alla luce del Suo messaggio[1] sulla recente deportazione di immigrati clandestini provenienti da Terra Brasilis, ci tengo ad assicurarLe che si tratta di una misura assolutamente necessaria. L’attuale politica di deportazione, così come gli ostacoli eretti davanti a coloro che tentano di infiltrarsi illegalmente nel nostro territorio, è fondamentale per promuovere la sicurezza del Paese e la prosperità economica, in quanto costituisce una garanzia contro terroristi, disoccupati e agitatori.

Pur essendo solidali ai problemi di Terra Brasilis, ciascuna nazione non deve spingersi oltre le proprie responsabilità e i propri doveri nei confronti della popolazione, poiché non è giusto che uno Stato debba rispondere per un altro. La misura, naturalmente, è contemplata nei Trattati di Pace e Indipendenza del 1983, 1984 e 1988, dei quali i nostri Paesi sono firmatari.

Conto sulla Sua comprensione.

 

São Paulo,

Locare Servitutem, Nemo Potest.

[1] Da un’analisi preliminare della corrispondenza, si tratterebbe di uno scambio di messaggi considerati di massima segretezza dalla diplomazia dell’epoca e non ancora divulgati al pubblico, di fatto tutti firmati a mano dagli autori e conservati in una cartella non identificata, poi riposta in uno scatolone e infine portata in uno degli enormi archivi del dipartimento, il quale per puro caso si salvò da un allagamento, ragione per cui lo scatolone venne finalmente scoperto. Per ogni messaggio fu trovata una copia esattamente identica, il che suggerisce che probabilmente vi erano contenuti tutti gli originali dell’epoca, inviati e ricevuti, poiché la modalità con cui furono raccolti è a noi del tutto ignota, data l’assenza di annotazioni, comunicazioni o qualsiasi tipo di registro in merito. Tuttavia, ben conoscendo l’efficacia dei servizi di spionaggio dell’epoca, risulta chiaro come tali documenti siano finiti nelle nostre mani. Bisogna chiedersi, inoltre, per quale motivo quel materiale sia stato salvato dalla distruzione. Forse un archivista con la passione per la storia. Non sarebbe il primo. In fondo un archivista, per definizione, non può mai volere – e nemmeno pensare di gradire – la scomparsa di documenti secretati. Per quanto riguarda le frequenti annotazioni riportate a piè di pagina, l’ipotesi più plausibile, per lo stile e la lingua utilizzati, è che siano opera dell’autore del presente volume. La sua identità rimane ignota (São Paulo, 2011).