L'innamorato

di Brunoro II Zampeschi

Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese…

L’innamorato, pubblicato nel 1565, è la squisita riscrittura del classico di Baldassare Castiglione Il Cortigiano. Brunoro Zampeschi, un giovane nobile e amico del grande scrittore Torquato Tasso, immagina un dialogo tra due amici che tentano di delineare le qualità spirituali e fisiche del perfetto nobiluomo. Zampeschi critica il profilo ideale dell’uomo di corte definito da Castiglione e offre un’analisi molto più realistica delle difficoltà che doveva affrontare un giovane nobiluomo italiano dell’epoca rinascimentale.

Brunoro II Zampeschi

Brunoro II è l’ultimo discendente della nobile famiglia guelfa degli Zampeschi, i cui membri tra Quattrocento e Cinquecento, sono stati signori di San Mauro, Montiano, Roncofreddo, Santarcangelo e Forlimpopoli, nonché cittadini ravennati.  Come i suoi avi e com’era consuetudine per i nobili dell’epoca, iniziò presto a imparare “il mestiere delle armi”, combattendo nell’esercito pontificio nelle grandi e piccole guerre dell’epoca. Brunoro II non fu, però, solamente uomo d’armi: infatti, scrisse sonetti d’amore e anche un dialogo, intitolato “L’innamorato”, che è un manuale di comportamento e buone maniere per il giovane nobile o gentiluomo, come andava di moda all’epoca, sul modello dei libri del “Cortegiano” e del “Galateo”. Il titolo è dovuto al fatto che l’autore vuole insegnare ai giovani di sangue blu, come condursi per conquistare l’amore della propria dama, ma l’opera riflette, in generale, gli interessi e i valori dei nobili del Cinquecento, perciò, tratta anche di virtù e onore, di giostre a cavallo, abbigliamento e altro. L’opera è preceduta da numerose poesie di elogio, composte da altri autori, che costituiscono una delle testimonianze degli interessi culturali dell’autore, che annoverava tra i suoi amici, letterati come Torquato Tasso, Girolamo Ruscelli, Girolamo Muzio, Celio Magno e lo storico ravennate Girolamo Rossi, oltre a frequentatori delle accademie letterarie dell’epoca.

(Giovanni Manucci) (Scopri di più)

 

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Un ritorno al luogo d'origine e alla sua letteratura

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