Gli piaceva camminare ma aveva un problema: inciampava facilmente. Un difetto (chiamiamolo così) che non lo dissuadeva però dal suo esercizio fisico.

Tutte le mattine usciva di casa, in via C, per percorrere a piedi la strada fino in via H.

Passo dopo passo, camminava determinato, tuttavia inciampava anche negli ostacoli più piccoli: ghiaia, pietre, lastre di cemento fuori posto… Inciampava, innumerevoli volte, finendo ginocchia a terra. Eppure andava avanti, insisteva.

Arrivato in via G, inginocchiato a terra, guardava davanti, in direzione di via H. E così restava, in posizione di preghiera, fisso nel suo destino. Passato un po’ di tempo, si rialzava, girava le spalle e tornava al punto di partenza. Invariabilmente.

Si conquistò spettatori assidui che, ora affascinati, ora intrigati, lo seguivano dalle finestre. Lo spettacolo si esauriva, evidentemente, entro la portata della loro vista. Ciononostante le notizie insolite si diffondono in fretta e l’interesse risvegliato raggiunse proporzioni così vaste che gli abitanti di svariate vie finirono per creare una rete di comunicazione, attraverso la quale si raccontavano a vicenda le peripezie del camminante.

Fedele a un determinato proposito che nessuno riusciva a comprendere, non si lasciava distrarre dalle teste inquisitrici che lo spiavano. Era anche possibile che non si fosse nemmeno accorto di loro. Pertanto, proseguiva.

Fino a che un giorno, uno spettatore, incapace di contenere il suo sconcerto, scese dalle scale, attraversò la strada e, avvicinandosi all’uomo, domandò:

— Ma perché torna sempre indietro quando sta quasi per arrivare all’ultima via?

— Mi scusi? — rispose perplesso.

— Mi può spiegare, per favore, perché diavolo insiste a tornare indietro quando sta quasi per arrivare in via H? Se l’ultima via del suo percorso è la H, per quale motivo insiste a tornare indietro quando arriva alla G?

— Chi le ha detto che l’ultima strada del mio percorso è la H?

— Lo sanno tutti.

— Lo sanno tutti?

— Sì.

— E come sarebbe?

— Lo ha detto il narratore. Righe cinque e sei. È scritto lì. Si fece silenzio. Tutti gli abitanti di tutte le vie rivolsero sguardi minacciosi verso di me.

Smisi di scrivere.

Da “Geometria della menzogna” di Manuel Alberto Vieira

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